Post atipico ma nato in maniera spontanea e che affronta, in ogni caso, il tema del viaggio.
Viaggio sempre. Tutti i giorni. E viaggio in treno. Lo prendevo per andare in università, l’ho sempre utilizzato per andare a Milano, ad eventi, sfilate e anche ora per il lavoro.
Quindi posso sostenere con sicurezza di essere diventata un’esperta nell’analisi delle differenti personalità che prendono con me questo mezzo molto poetico per i più (forse non per me ma magari mi sono solo irrigidita negli anni).
La ragazza con la cicca
Temeraria, solitamente vestita in total denim, non ha paura delle reazioni delle persone. Mastica con prepotenza ed orgoglio la sua cicca sottolineando lo schiocco con fierezza. Io spesso ho cambiato posto per evitare di perdere lucidità e compiere una strage.
Il pensionato
Lui è l’amore. Tenero nella sua titubanza, si trova ad affrontare, spesso da solo, un viaggio che lo porta nella grande città. Occhiali tondi e giacca di tweed lo accompagnano. Con lui si spolverano termini arcaici come bigliettaio, apparecchio e pettinatrice. Scherzi a parte: abbiate sempre un occhio di riguardo per questi nonni sconosciuti ma che potrebbero essere i nostri.
Il business man o la business women
Trasudano potenza. Ogni due parole in italiano ce ne sono 4 in inglese. Ti chiedi sempre che ruolo ricoprano e se allungargli un CV già che sono lì a disposizione. Tacco 12 per lei, anche in treno. Cravatta strettissima per lui, anche ad agosto.
La scolaresca
Se potete, scappate. Prendete un altro treno, andate a piedi, datevi malati. Tanto non salirete comunque sul vostro treno. La scolaresca occuperà uno o più vagoni e solitamente nell’orario di punta. Che le insegnanti abbiano prenotato o no la carrozza, la scolaresca susciterà in ogni caso le ire dei pendolari. Ma vi faranno tanto ridere. Come quel bambino che alla domanda “Cosa vuoi fare da grande” rispose “Il calciatore o l’ingegnere”. Le dicotomie della vita.
Il pazzo o la pazza
Che porti un coniglio o che insulti la gente a bassa voce come se stesse recitando il malocchio, è indifferente. I treni riservano sempre grandi grandi soddisfazioni da questo punto di vista. Dai che almeno una volta vi hanno fatto fare un figurone ad una tavolata di amici!
Quelli che raccontano la loro vita
Al telefono. Urlando. Vorrei che un giorno mi chiedessero un parere già che sono lì. E mi sento anche in imbarazzo perché vorrei non ascoltare ma non posso perché contrariamente dovrei mettere le cuffie con la musica a livelli altissimi e ciò mi porterebbe a finire nella prossima categoria.
Il deejay
Non sappiamo come sia possibile che non siano già stati colpiti da sordità ma sono la colonna sonora di ogni nostro viaggio. Non solo ragazzini in felpa e jeans ma anche distinti uomini d’affari che ascoltano heavy metal. Sogno il momento in cui uno ascolterà “Despacito” e partirà il ballo di gruppo.
Quelli che, con il treno libero, “Posso sedermi vicino a Lei?”
No. No. Scelgo il posto in modo tale da dover condividere meno spazio possibile con un’altra persona e tu, quando potresti fare lo stesso, ti siedi qui? Perché gioia bella? È ora di prendere il volo e farti una vita tua.
La mamma
Le mamme sono un portento, favolose sempre e comunque. Quelle pendolari poi ti fanno sentire una nullità. Tu sei stanca, assonnata sul treno del ritorno e loro, dopo la giornata di lavoro, non si sa come hanno fatto recuperare il figlio a calcio, lo stanno interrogando al telefono, impostato la cena e organizzando di preparare una torta a 3 strati per il compleanno della figlia.
Tutto indossando un bel paio di occhiali da vista oppure sfoggiando un look curato ma casualmente disimpegnato.
E tu non sai ancora cosa mangerai per cena.
Colui o colei che si taglia le unghie/piastra i capelli/ o altra attività da salone di bellezza
È vero che sui treni passiamo più tempo che vita ma la cosa sta sfuggendo di mano. Giustifichiamo chi si trucca perché così ottimizza i tempi ma sfoderare un ferro GHD (scelta ottima tra l’altro) oppure mettersi lo smalto mi sembra eccessivo. Avete comunque tutta la mia stima per la mano da chirurgo. Io avrei affrescato il treno.
Vorrei dirvi che è uno scherzo, che sto esagerando ma purtroppo alla terza persona vista diventa statistica e di gente che si sente a proprio agio a farsi la pedicure sul treno ce n’è molta.
Quelli che appoggiano borse, zaine, valigie, armadi sul sedile di fianco incuranti della quantità di gente che reclama un posto.
Alla frase “Eh ma è occupato” parte la violenza.
Il sonno
Presenza eterea ma materiale come un uomo di 100 kg il sonno fa compagnia a tutti noi. Anche a quelli più stoici. Il sonno ti coglie senza mezzi termini e anche i più composti finiscono con la bocca aperta e alla mercé delle foto degli amici.
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