Seconda parte del diario di viaggio lungo la grandiosa Route 66 dove emozione e stupore sono stati i punti di inizio e fine.
Giorno 10
Chambers – Flagstaff (Arizona)
Da questo momento iniziano le escursioni in luoghi mozzafiato. Non solo tanti chilometri macinati per accorciare la distanza tra Chicago e Los Angeles ma anche piccole e grandi deviazioni per le quali state tranquilli che la Mother Road non si offenderà.
Posti visti solo in televisione, durante i documentari. Una natura che ti farà sentire veramente piccolo. E diverso. Un viaggiatore che arriva da lontano.
20$ e 2-3 ore vi serviranno per visitare il Parco Nazionale della Foresta Pietrificata che, con il tempo che abbiamo trovato noi, svettava con colori ancora più vividi contro il cielo plumbeo.
Proseguite fino al Meteor Crater per il semplice fatto che quando mai vi ricapiterà di vederne uno? E come se il tempo avesse sentito le nostre preghiere, un cielo azzurro si apre tra le nuvole per accompagnarci fino a Flagstaff, meta per la notte con la sua deliziosa old-town (il centro città come lo intendiamo noi europei non esiste).
Sentite anche voi profumo di Grand Canyon?
Giorno 11
Flagstaff – Grand Canyon – Monument Valley (Arizona – Utah – Arizona)
Ogni dollaro speso, ogni minuto in macchina, ogni cambiamento di itinerario incontrato fino a questo momento è valso la pena anche solo per vedere un pezzo di queste meraviglie. Non è questione di paesaggi più o meno belli dai nostri. Sono semplicemente diversi.
Abbiamo deciso di partecipare all’escursione del Grand Canyon in Jeep e anche se non è stata la scelta migliore una volta arrivati sul bordo non vi posso negare di essermi emozionata. Avete presente quel senso di vuoto che percepite una volta che state per scendere dalle montagne russe? Ecco, proprio quello.
Il Grand Canyon meriterebbe più giorni per essere esplorato come si deve ma facendo la Route nel minimo sindacale del tempo tenete conto che in più non ne avrete.
E poi via, di corsa, controllando i chilometri, i fusi, gli Stati che si aggiungono (tocchiamo un pezzo di Utah) verso la Monument Valley, da vedere al tramonto, insieme a fotografi e registi in attesa di immortalare il momento perfetto in cui il sole toccherà le rocce che tanti hanno visto nelle pellicole western.
Giorni 12
Grand Canyon – Las Vegas (Nevada)
Lasciamo prepotentemente la Route 66 ed entriamo in Nevada, passando dalla diga di Hoover situata lungo il corso del fiume Colorado e a cavallo con l’Arizona.
Intorno molta sabbia, caldo, vento e in lontananza comincia a vedersi qualcosa che diventa sempre più grande man mano che vi avvicinate. “Welcome to Las Vegas” dice il cartello. Benvenuti in un girotondo di luci, così kitsch da risultare bellissimo. E io quasi non ci credo. Troppe puntante di CSI per capire davvero che sono a Las Vegas.
Andate a giocare al casinò, mischiatevi tra la folla lungo la Strip e folleggiate anche in pieno pomeriggio. Visitate gli incredibili alberghi e godetevi lo spettacolo delle fontane del Bellagio.
Giorno 13
Las Vegas – Barstow (California)
“California, California here we come” cantavano i Phantom Planet.
Il viaggio volge al termine. Gli ultimi chilometri, le ultime scoperte e la malinconia comincia a farsi sentire.
La Valle della Morte ci separa dall’Oceano. Da evitare nei mesi più caldi a causa delle temperature davvero elevate (nel 1913 si registrava la temperatura più alta della Terra), al suo centro custodiste la più bassa depressione del Nord America ed è sicuramente molto suggestiva.
Giorno 14
Barstow – Santa Monica
Forse è un miraggio. O forse no. Ci siamo riusciti davvero. Siamo arrivati alla fine. Il cartello Santa Monica – End of the Trail ci saluta dal molo quasi volesse abbracciarci. E io non posso contenere le lacrime. Il viaggio è stato lungo e non potevo chiedere che andasse meglio.
I piedi sono nell’Oceano Pacifico controllato dalla torre del baywatch. Los Angeles ci aspetta.
Giorno 15
Los Angeles
Una città strana e che mi aspettavo diversa. Chic, festaiola, verde ma anche molto congestionata e degradata.
Tappe d’obbligo Venice Beach, l’Osservatorio Griffith e se siete fortunati potreste imbattervi, come è successo a noi con “Alice attraverso lo specchio”, in una prima hollywoodiana.
Giorno 16
Los Angeles – Chicago – Milano
Ciao macchinina. Grazie per essere stata la nostra casa e per averci portano lungo questi chilometri che sono stati tantissimi.
È stato bello. Forse anche di più. Avrei voluto raccontarvi tutto, ogni minimo dettaglio ma vi avrei rovinato il piacere di scoprire tutte le piccole cose che questo viaggio nasconde.
Siete pronti a partire?
Bonus
Qualche consiglio molto utile per pianificare il vostro viaggio.
1. A lungo andare i parchi americani potrebbero annoiarvi quindi (ve lo consiglio con il senno di poi) sceglietene non più di 2/3 in base al tempo che avete a disposizione. Io, per esempio, dedicherei un giorno o due in più al Grand Canyon ed eviterei la Death Valley.
2. Lasciate perdere i tour organizzati per visitare il Grand Canyon, fate da soli e vedrete che andrà bene ugualmente. Rischiano di essere delle fregature. Ma comunque, sapete come si dice no? Chi non fa non sbaglia.
3. Tenete conto della famosa, subdola, infame e salatissima tassa drop off che pagherete al momento del noleggio auto. E’ quella tassa che si aggiunge prendendo la macchina dal punto A e lasciandola al punto B. Non c’è verso di non pagarla, fidatevi. Quasi il doppio del noleggio.
4. Non prenotate tutti gli alberghi dall’Italia. Solo quelli della prima e ultima notte oppure se vi fermate in più città. Noi per esempio abbiamo prenotato Chicago, Los Angeles, Las Vegas e Flagstaff. Sempre con Booking.com perché permette di cancellare la prenotazione gratuitamente. Inoltre lungo la strada troverete moltissimi motel.
5. Lungo la strada non mancheranno punti di ristoro, benzinai ecc. quindi fate bene attenzione a quello che vi sto per dire. Troverete delle riviste all’entrata dedicate ai motel e costituite solo da coupon sconto divisi per città e Stato. Saranno fondamentali perché vi permetteranno di risparmiare ulteriormente sul il pernottamento.
6. Rispettate i limiti di velocità. Guidare negli USA è bellissimo. Strane enormi, lunghissime e sicure per noi italiani abituati a lavori in corso perenni, autostrade disastrate e altro. Questo potrebbe farvi venire voglia di schiacciare l’acceleratore ma i controlli sono dietro l’angolo come anche le macchine della polizia che vi si affiancheranno per controllare la velocità.
7. Patente internazionale? Per quanto mi riguarda noi non l’abbiamo fatta. Ho controllato i nuovi regolamenti e non era citata come obbligatoria. In ogni caso controllate sempre gli ultimi aggiornamenti.
Qui potete leggere la prima parte del diario di viaggio.
Se avete bisogno charlygoestofashion@gmail.com
Aspettavo la seconda parte del tuo diario di viaggio. Eccola! Letta d’un fiato. Bravissima
Grazie Alda! Spero ti sia piaciuto! Un abbraccio!