“Tira giù tutti i finestrini, Randall. Alza il volume della musica” – This Is Us
17 giorni. 5200 km. 6 aerei. 1 appartamento. 13 motel. 10 stati. Storia di un viaggio lungo la Historic Route 66.
Un’esperienza emozionante. Tanto da farmi piangere una volta arrivata a destinazione.
Perché i viaggi in macchina, lunghi o corti che siano, permettono di vedere il mondo con occhi diversi, vivendo ogni chilometro.
Un viaggio che soddisferà il vostro desiderio di vivere il “sogno americano”.
Orizzonti così ampi da sembrare infiniti e spazi dove lasciar galoppare a piena forza l’immaginazione.
The Mother Road, il nome dato da John Steinbeck alla Route 66, è uno dei percorsi più amati.
La prima strada che nel 1926 fece stringere la mano alla città del vento, Chicago, e a quella degli angeli, Los Angeles, così diverse e unite da 3400 km di via del commercio.
Giorno 1
Milano – Chicago
Salite su un aereo e decidete da che parte del filo iniziare. Vi consiglio di partire dal freddo per arrivare a guardare l’Oceano Pacifico con i piedi nella sabbia.
Giorno 2
Chicago (Illinois)
Affacciata sul lago Michigan, è la citta con i grattacieli più alti d’America, tra potere finanziario, quartieri messicani e blues.
Tempo permettendo, concedetevi una crociera sul lago, salite sulla Willis Tower, il grattacielo più alto degli USA, mangiate una deep pizza e andate a cercare il cartello di inizio della Route 66.
Giorno 3
Chicago – St . Louis (Missouri)
Seguite la I-55 (l’autostrada che ha sostituito la Route) fino a Pontiac e cercate i cartelli con il simbolo della Route 66 e che molto spesso si trasformano in semplici segnali sull’asfalto: vi aiuteranno a seguire, come briciole di pane, il tragitto originario.
È come se ti dicesse di cercarla e seguirla anche se non sarà sempre facile. Percorretela fino alla fine, non tralasciate neanche un pezzo di strada sconnessa, neanche una fine davanti ad un cancello.
Questo vi farà capire quanto in fretta stia scomparendo.
Fermatevi da Nelly’s per lasciare la vostra firma sul soffitto. Passate da Pontiac per ammirare i murales della città e da Springfield per stropicciare il naso a Lincoln (alla Lincoln’s Tomb) che sicuramente vi porterà fortuna.
Lasciamo l’Illinois per raggiungere il verdeggiante Missouri.
Da mettere nella lista delle cose da vedere la visita al Chain of Rocks Bridge sul Mississipi (20 minuti da St. Louis). È percorribile solo a piedi e in bici e se la giornata sarà limpida avrete una vista favolosa.
Giorno 4
St. Louis – Springfield
Prendete una puntata di CSI, un motel, della moquette sulla quale non camminare neanche sotto tortura e avrete una perfetta prima notte in un motel americano. Il fascino di viaggiare on the road.
St. Louis merita sicuramente una visita al suo Gateway Arch. E poi di nuovo in macchina. La strada è lunga. Tappa a Cuba e Lebanon per ammirare i suoi murales.
Qui tutte le città hanno la propria cisterna dell’acqua con stampato il nome come se volessero darvi il benvenuto dall’alto.
Springfield (Missouri) sarà la vostra tappa per la notte. Un centro città (strano per una città americana) molto pittoresco e la possibilità di assistere anche ad una partita di baseball se sarete fortunati.
Giorno 5
Springfield – Tulsa (Oklahoma)
Dopo un (quasi) buon caffè di nuovo in macchina. Lasciamo il mio amato Missouri per entrare in Oklahoma (passando anche per un tratto dal Kansas) e salutare le prime riserve indiane.
Alcune giornate saranno solo di viaggio ma la strada è essa stessa il bello. Fermatevi a mangiare per strada, entrate nei supermercati, fate il bucato nelle lavanderie a gettoni.
Imparerete a conoscere la strada e a modificare la tappa successiva. Noi abbiamo superato Tulsa e trovato una cittadina con un Walmart grande come la città stessa e una fiera di paese così americana da pensare di essere in una serie di tv. Avete presente i bambini che vendono la limonata? Lo fanno davvero.
Giorno 6
Tulsa – Erick
Sosta ad Oklahoma City, moderna ed elegante. Io sono ancora in cerca della famosa Peacan Pie, tipica della zona e che non sono riuscita a mangiare.
Riprendere la Route e raggiungete Elk City dove troverete uno dei più grandi musei dedicati alla Mother Road. Hanno un concetto di storia sicuramente differente dal nostro rendendo attrazione qualsiasi cosa. Ma è sicuramente una tappa obbligatoria.
Cena ad Erick, una delle moltissime ghost town lungo la strada, abbandonate e ferme negli anni ’50.
Questo viaggio poco turistico vi permetterà di catturare l’attenzione di chi vive lì normalmente e che sapendo da che parte del mondo venite rimarrà affascinato. Scoprirete che i giovani in paesini così piccoli lavorano, vanno in chiesa oppure fanno sport per non finire nei guai. Che gli americani hanno un spirito nomade e che molto spesso non hanno il nostro stesso concetto di casa.
Giorno 7
Erick – Tucumcari (New Mexico)
Texas e New Mexico si aggiungono alla lista di Stati incontrati lungo questo viaggio. Gli Stai Uniti sono così grandi che passerete da un fuso orario all’altro scappando dal tempo.
La terra cambia e il verde del Missouri lascia il posto al rosso del deserto.
Amarillo, turistica ma allo stesso tempo deliziosa con un quartiere sviluppatosi proprio intorno alla Route con boutiques, ristoranti e gallerie d’arte.
Il Cadillac Ranch è la resa in concreto del concetto che in America tutto è possibile. Sei un milionario, prendi qualche vecchia Cadillac e la pianti nel deserto per simboleggiare la “Golden Age” americana. Non potrai mai immaginare che un giorno, da tutto il mondo, verranno per scrivere il proprio nome con una bomboletta.
Adrian è una tappa fondamentale. Qui sarete a metà tra Chicago ed LA. A metà tra inizio e fine. E sarà emozionante.
Tappa per la notte Tucumcari dove comincerete ad amare ed odiare la cucina messicana. Le insegne dei moltissimi motel vi trasporteranno dritti nella Route 66 anni ’50.
Giorno 8
Tucumcari – Santa Fe
Accendete la radio e vi accorgerete della vicinanza con il Messico. Siete proprio vicini. Meta della giornata è la capitale del New Mexico, Santa Fe. Una cittadina incantevole e più in linea con i nostri canoni architettonici europei poiché colonizzata dagli spagnoli.
Fate un bel respiro perché Santa Fe vi metterà alla prova con la sua altitudine.
Giorno 9
Santa Fe – Chambers
Prima escursione del viaggio la Sky City e l’Acoma Pueblo. Un villaggio su un altopiano che si colora di oro alla luce dell’alba e del tramonto. Ma noi abbiamo trovato pioggia e più che oro fiumi di fango.
Volete sapere come continua? Foreste pietrificate, crateri di meteoriti e Las Vegas nella seconda parte del diario.
Splendide foto!
Grazie mille Chiara!